Later on, the Serenissima
Eccoci di nuovo in quello che un tempo era il centro economico e mercantile di Venezia.
Conosciuto ai più come il Gobbo di Rialto, la statua posta di fronte alla chiesa di San Giacometo era una volta la Colonna del Bando. A Venezia ne esistevano solo due, questa e quella di San Marco.
Qui il Comandador leggeva leggi e annunci pubblici della Repubblica. La statua, opera di Pietro Graziuoli Da Salò (1541), restaurata nel 1836, rappresenta un uomo nudo inginocchiato che sorregge una scaletta e una lastra di marmo che portava la colonna di porfido che vi è ora posta accanto.
Questo era il punto di arrivo dei rei per furto, i quali erano costretti a camminare nudi venendo fustigati, partendo dalla Piazzettta di San Marco tra le colonne di Marco e Teodoro fino a baciare il Gobbo in segno di pentimento.
In seguito, forse preoccupata che la statua divenisse simbolo della liberazione o forse che venisse rovinata dai baci dei rei, la Republica decise di sostituire il punto di arrivo del percorso di fustigazione dei rei con una colonna a pochi metri dal Gobbo nella quale venne posta una pietra con una croce e un leone di San Marco rappresentato in modo alquanto insolito. Nonostante sia ora molto rovinata, si può ancora vedere la sagoma del leone che stranamente è ricoperto da qualcosa di misterioso...Anche le zampe sono poste sopra il Vangelo in modo insolito...
Col tempo, il Gobbo divenne una sorta di Pasquino dove le persone in modo anonimo lasciavano commenti satirici e denunce morali.