Monday 26 August 2013

La Festa della Sensa

Venezia fu costruita più di un millennio fa sull'acqua e da allora con essa vive in simbiosi. Ma come se quest'unione non fosse abbastanza, ogni anno per secoli, la città ha ribadito il legame con il mare con uno sposalizio speciale e inconsueto per i non veneziani. Questo matrimonio è di certo il più lungo della storia. Infatti, la cerimonia iniziò nell'anno 1000 e venne celebrata ogni anno fino alla fine della Serenissima (1797). La festa si collega a due avvenimenti storici importanti: il primo è il ritorno militare del doge Pietro Orseolo II dalla Dalmazia dove aveva salvato le popolazioni dai pirati Slavi liberando l'Adriatico dalla pirateria e il secondo è l'anno 1177 quando, grazie al doge Sebastiano Ziani, fu stipulata la pace di Venezia che mise fine alle eterne lotte tra Papato e Impero. Questo secondo evento arricchì la festa del simbolo dell'anello benedetto donato dal Papa Alessandro III al doge Ziani perché fosse usato durante le celebrazioni della Sensa. In occasione del giorno dell'Ascensione (o Sensa in dialetto veneziano), il Doge sul Bucintoro raggiungeva Sant'Elena all'altezza di San Pietro di Castello, dove lo aspettava il Vescovo per benedirlo. Quindi, il Bucintoro con il suo fastoso corteo di barche, proseguiva verso il Lido e, in prossimità del Forte di Sant'Andrea, il Doge gettava in mare l'anello donato dal Papa (legato ad un filo per recuperarlo) come simbolo dello sposalizio di Venezia col mare e diceva: 'Ti sposiamo, o mare, in segno di vero e perpetuo dominio'. Come spesso avvenne a Venezia, al sacro si unì il profano, e alla cerimonia religiosa si unì ben presto un'occasione per 'far commercio' e nel 1180 venne istituita la Fiera della Sensa, allestita all'inizio su barche di legno e più tardi in Piazza San Marco. La Fiera durava ben 15 giorni e si potevano trovare prodotti dell'artigianato locale ma anche merci esotiche provenienti dai commerci veneziani e divenne presto una delle maggiori esposizioni europee.
Oggi, purtroppo, non vi è più il Doge sul Bucintoro ma il Sindaco con le autorità civili e religiose su un'imbarcazione chiamata 'Bissona Serenissima', al posto dell'anello benedetto vi è una ghirlanda, e invece della Fiera della Sensa vi è il piccolo mercatino di San Nicolò... Ma, almeno, grazie al Comitato Festa della Sensa, dal 1965, Venezia è tornata a celebrare lo sposalizio. Il programma si completa con le competizioni di voga alla veneta e la consegna del 'Premio Osella d'oro della Sensa' conferito ad Enti, Istituzioni o privati cittadini che in settori diversi hanno contribuito a dar lustro a Venezia. 

Thursday 22 August 2013

Papa Alessandro III in incognito a Venezia...

Non lontano dal palazzo della bella cortigiana Bianca Cappello, sempre nella zona di Sant'Aponal, percorrete la Calle del Perdon sino ad arrivare al Sotoportego de la Madona, dove scoprirete un capitéo davvero interessante e ricco di storia. Dietro una grata, osservate un'immagine della Madonna col bambino e, in basso, una statuetta in plexiglas di un prelato sdraiato nell'atto di dormire. Si tratterebbe, secondo la tradizione, di una rappresentazione di Papa Alessandro III,  il quale in incognito a Venezia per sfuggire alle spie dell'imperatore Federico Barbarossa, si rifugiò qui durante le prima notte a Venezia. Sull'architrave del portico, vi è una grande tavola di legno con inciso: 'ALESSANDRO TERZO SOMMO PONTEFICE FVGIENDO L'ARMI DI FEDRICO INPERATORE VENENDO AVENETIA QVI RIPOSSO LA PRIMA NOTTE ET POI CONCESSE INDVGIENZA PERRPETVA IN QVESTO LOCCHO DICENDO VN PATER NOSTER ET VNA AVE MARIA TBI NON SIT GRAVE DICERE MATER AVE LANO MCLXXVII ET CON LA CARITA DI DEVOTI SILVMINA GIORNO E NOTE COME SI VEDE RISTAURATO DA DIVOTI L'ANNO MDCCCXXX'.
Come si legge sull'incisione, il Papa avrebbe concesso l'indulgenza perpetua a coloro i quali avessero recitato un Padre Nostro e un Ave Mariamin questo luogo. Le croci incise su marmo alle due estremità della calle starebbero a segnalare il percorso di penitenza. Sempre secondo la tradizione, dopo la prima notte Papa Alessandro avrebbe dimorato lavorando come sguattero nelle cucine del Convento di Santa Maria della Carità, ovvero le attuali Gallerie dell'Accademia, e la sua identità sarebbe stata svelata solo dopo ben sei mesi a Venezia da un frate francese... Lasciate le vesti di viandante, sarebbe stato condotto a Palazzo Ducale e quindi a San Silvestro, ospite nel palazzo del Patriarca di Grado. Grazie al Doge Sebastiano Ziani, il 24 luglio 1177, venne stipulata la pace di Venezia tra Alessandro III e Federico Barbarossa: l'imperatore riconobbe l'autorità del Papa e revocò quanto aveva fatto contro la Chiesa e il Papa, a sua volta, lo assolse dalla scomunica. Come conseguenza, Venezia ottenne privilegi commerciali, economici e politici concessi dall'Imperatore e privilegi spirituali e materiali concessi dal Papa. Tra quest'ultimi, vari doni tra i quali l'anello benedetto di cui parleremo più tardi a proposito di un'importante festa veneziana... 


Il Redentore

A metà dell'estate, precisamente il terzo sabato del mese di luglio, ha luogo una festa molto sentita dai veneziani: la festa del Redentore. Si tratta di uno spettacolo pirotecnico che comincia alle 23.30 e dura di solito circa mezz'ora, in cui fuochi d'artificio bellissimi vengono sparati da piattaforme posizionate tra la Giudecca, San Giorgio e la punta della Dogana. Il luogo ideale per vederli è la Giudecca. È qui che sabato sera mi sono trovata con i miei amici per celebrare mangiando attorno ad una grande tavola davanti al Canale, aspettando i fuochi d'artificio.  La festa nacque in origine per celebrare la liberazione dalla peste e la chiesa del Redentore venne costruita dal Palladio nel 1576 in ricordo di tale liberazione. Ogni anno, sin dal primo pomeriggio, quasi come in un rito, i veneziani cominciano a posizionarsi davanti alla laguna. Alcuni a piedi, si preparano portando tavoli e sedie, o nel caso dei giovani meno organizzati, persino asciugamani per sedersi per terra, altri in barca, tappezzano la laguna con imbarcazioni di vari tipi piene di amici, festoni e lanterne.
Pietanze tipiche veneziane, quali 'sardee in saor' e 'bigoi in salsa' sono indispensabili nella lunga attesa dei fuochi tra una 'ciacoa' e l'altra. Immancabile, come da tradizione, una fetta d'anguria completerà la cena. Infine, a chiudere lo spettacolo dopo la mezzanotte, sono tre botti distanziati e un lento rientro a casa sia per barche che per pedoni...




Wednesday 14 August 2013

La triste storia della bellissima cortigiana Bianca

Bianca nacque nel 1548 a Venezia nella zona di Sant'Aponal, precisamente a palazzo Cappello in una Calle  un tempo chiamata  al Ponte Storto, che oggi prende il suo nome. Rimase presto orfana di madre e la zia, sorella del doge Andrea Gritti, si prese cura di lei e della sua educazione. Suo padre Bartolomeo voleva mandarla in convento ma la bella Bianca s'innamorò di Pietro Bonaventuri, un giovane fiorentino che lavorava lì vicino come banchiere per la famiglia Salviati. Su consiglio di Alvise Zorzi (uno dei frequentatori della cortigiana), nel 1563 i due fuggirono da Venezia verso Firenze. Probabilmente, Bianca era a sua insaputa il mezzo per far sì che i Medici appoggiassero la Serenissima.
A Venezia si levò scalpore, lo zio di Bianca (Giovanni Grimani, il quale era patriarca di Aquileia) e il Consiglio dei Dieci erano determinati a trovare i fuggiaschi. Pietro fu condannato al bando capitale con promessa di grossa ricompensa per chi lo trovasse, vivo o morto e una sentenza d'esilio fu pronunciata contro Bianca. 
Una volta a Firenze, Bianca andò a vivere nella modesta casa dei suoceri, non certo quello che si aspettava della sua romantica fuga d'amore. Ma le avventure non erano certo finite per la seducente veneziana... La sua bellezza e grazia fecero innamorare di lei Francesco I de' Medici, successore designato di Cosimo. Bianca era bella ed istruita e condivideva la passione di Francesco per l'alchimia e passavano ore assieme a fare esperimenti....Al contrario, la sua sposa Giovanna d'Asburgo, arciduchessa d'Austria, non era bella ed era affetta da scoliosi... alle sue sfortune si aggiungeva il fatto che gli aveva dato sei figlie ma neppure un maschio... Nonostante i fatti sembrassero favorire la storia d'amore tra Bianca e Francesco I, la famiglia del futuro Granduca non vedeva di buon'occhio la relazione con la bella veneziana.
Nel frattempo Pietro non si disperava certo, e anzi, aveva già iniziato una relazione con la vedova Ricci. In circostanze misteriose, venne assassinato nel 1572 e Bianca rimase vedova. Due anni più tardi, dopo aver abdicato, il Granduca Cosimo de' Medici morì e pochi anni dopo morì anche la Granduchessa Giovanna (1578).
La sorte sembrava davvero eliminare tutti gli ostacoli e favorire la relazione amorosa tra Bianca e Francesco I. Solo un anno dopo la morte di Giovanna, i due si sposarono e la Serenissima nominò Bianca 'vera e particolare figliuola della Repubblica' e insignì di onorificenze i suoi parenti. Nel 1583 Bianca, la quale dopo la nascita della figlia che aveva avuto anni prima con Pietro era divenuta sterile, finse la nascita di un figlio maschio per la contentezza di Francesco I che lo riconobbe erede. Ma a differenza di quanto avviene nelle storie, Bianca e Francesco, non vissero felici e contenti... Infatti, morirono entrambi nel 1587. Secondo alcuni, i due sarebbero stati avvelenati da Ferdinando de' Medici, fratello minore di Francesco, il quale era contrario alla loro relazione, secondo altri invece, sarebbero stati colpiti da malaria.