Wednesday 4 September 2013

La Regata Storica

Every year on the first Sunday of September, Venetians celebrate an event very important to them which is connected to the past of the Serenissima. The initial part of the Regata consists indeed of an historical parade of Fifteenth Century boats with people dressed according to the period fashion. Heading all the boats is the Bucintoro, the same boat used for the celebration of the Festa della Sensa (see my previous post), which used to be the Doge's boat. It is the commemoration of the celebration of Caterina Cornaro's arrival to Venice in 1489 in occasion of her nomination to Domina Aceli (Queen of Asolo) after she had formally handed her crown over to the Serenisssima, giving up her title in favour of the Serenissima, allowing the annexation of Cyprus to the lands of the Serenissima. However, the origin of the Regate started before the Regata Storica. They used to be a way to celebrate Venice's greatness when a foreign prince was visiting or to celebrate the election of a new Doge or Pope. One of the most famous Regata was celebrated in 1807 in honour of Napoleon. 
After the historical parade, the rowing competitions (voga alla Veneta or 'Venetian way rowing') take place, divided according to the age and type of boats used. The most loved competition is the one of the gondolini, but there are also competitions of caorline, mascarete, pupparini, maciarele e bisse. la voga alla Veneta is, as you can guess from its name, a rowing way typical of Venice , linked to the hydro geological condition specific to Venice. One has to row standing in order to check if the water is deep enough on flat bottom boats helping yourself with the forcola in case the roar gets stuck. The boats competing have different colours and numbers. As a prize, beside money, the winners receive different colours flags dipending on the position achieved. The first three flags are in honour of of the Italian flag, red for the first boat, white for the second and green for the third. The fourth flag is light blue in honour of the Savoia family. If i regattanti dei gondolini (the gondolini's rowers) win for five consecutive years they are awarded with a prize - they become 'il Re del Remo' (the King of the Oars'). The awards ceremony takes place on a stage called 'machina' near Ca' Foscari university, which is the finishing line for all the boats. 

La prima domenica di settembre si celebra un evento importante per i veneziani, un evento che richiama il passato della Serenissima. La parte iniziale della Regata Storica è, infatti, costituita da un corteo storico dove sfilano imbarcazioni tipiche Cinquecentesche con persone vestite in abiti tipici dell'epoca. In testa alle barche vi è il Bucintoro, la stessa imbarcazione usata per la cerimonia della Festa della Sensa (si veda il blog precedente), che era un tempo l'imbarcazione del Doge. Si tratta della rievocazione della celebrazione dell'arrivo a Venezia di Caterina Cornaro nel 1489 in occasione della sua nomina di Domina Aceli (Signora di Asolo), dopo che aveva formalmente consegnato la corona a Venezia, rinunciando così al trono a favore di quest'ultima e consentendo l'annessione di Cipro al territorio della Serenissima. Le regate sorsero però ben prima e in origine servivano per celebrare la magnificenza di Venezia quando un principe straniero vi era ospite oppure per celebrare l'elezione di un nuovo Doge o Papa. Una delle più celebri regate fu organizzata nel 1807 in onore di Napoleone Bonaparte.
Dopo il corteo storico, vi sono le gare di voga alla veneta, divise per età, tipologia e imbarcazione. La gara più attesa è sempre quella dei gondolini, ma vi sono anche gare di caorline, mascarete, pupparini, maciarele e bisse. La voga alla veneta è, come si deduce dal nome, una voga tipica di Venezia, legata alla particolare condizione idrogeologica della Laguna. Si voga, infatti, in piedi per vedere se vi è sufficiente fondale, su barche dal fondo piatto e senza chiglia e ci si serve della forcola in caso di necessità per estrarre il remo. Le barche sono contraddistinte da un numero e da colori diversi. Come premio, oltre a denaro, vengono assegnate come da tradizione bandiere di diversi colori a seconda del posto aggiudicatosi. Le prime tre sono in onore della bandiera italiana, rossa per i primi, bianca per i secondi e verde per i terzi. La quarta è azzurra in onora della casa Savoia. Ai regatanti che per cinque anni consecutivi vincono la regata dei gondolini viene assegnato il titolo di 'Re del Remo'. Le premiazioni avvengono nel palco della 'machina' presso Ca' Foscari, punto di arrivo di tutte le imbarcazioni.


Monday 26 August 2013

La Festa della Sensa

Venezia fu costruita più di un millennio fa sull'acqua e da allora con essa vive in simbiosi. Ma come se quest'unione non fosse abbastanza, ogni anno per secoli, la città ha ribadito il legame con il mare con uno sposalizio speciale e inconsueto per i non veneziani. Questo matrimonio è di certo il più lungo della storia. Infatti, la cerimonia iniziò nell'anno 1000 e venne celebrata ogni anno fino alla fine della Serenissima (1797). La festa si collega a due avvenimenti storici importanti: il primo è il ritorno militare del doge Pietro Orseolo II dalla Dalmazia dove aveva salvato le popolazioni dai pirati Slavi liberando l'Adriatico dalla pirateria e il secondo è l'anno 1177 quando, grazie al doge Sebastiano Ziani, fu stipulata la pace di Venezia che mise fine alle eterne lotte tra Papato e Impero. Questo secondo evento arricchì la festa del simbolo dell'anello benedetto donato dal Papa Alessandro III al doge Ziani perché fosse usato durante le celebrazioni della Sensa. In occasione del giorno dell'Ascensione (o Sensa in dialetto veneziano), il Doge sul Bucintoro raggiungeva Sant'Elena all'altezza di San Pietro di Castello, dove lo aspettava il Vescovo per benedirlo. Quindi, il Bucintoro con il suo fastoso corteo di barche, proseguiva verso il Lido e, in prossimità del Forte di Sant'Andrea, il Doge gettava in mare l'anello donato dal Papa (legato ad un filo per recuperarlo) come simbolo dello sposalizio di Venezia col mare e diceva: 'Ti sposiamo, o mare, in segno di vero e perpetuo dominio'. Come spesso avvenne a Venezia, al sacro si unì il profano, e alla cerimonia religiosa si unì ben presto un'occasione per 'far commercio' e nel 1180 venne istituita la Fiera della Sensa, allestita all'inizio su barche di legno e più tardi in Piazza San Marco. La Fiera durava ben 15 giorni e si potevano trovare prodotti dell'artigianato locale ma anche merci esotiche provenienti dai commerci veneziani e divenne presto una delle maggiori esposizioni europee.
Oggi, purtroppo, non vi è più il Doge sul Bucintoro ma il Sindaco con le autorità civili e religiose su un'imbarcazione chiamata 'Bissona Serenissima', al posto dell'anello benedetto vi è una ghirlanda, e invece della Fiera della Sensa vi è il piccolo mercatino di San Nicolò... Ma, almeno, grazie al Comitato Festa della Sensa, dal 1965, Venezia è tornata a celebrare lo sposalizio. Il programma si completa con le competizioni di voga alla veneta e la consegna del 'Premio Osella d'oro della Sensa' conferito ad Enti, Istituzioni o privati cittadini che in settori diversi hanno contribuito a dar lustro a Venezia. 

Thursday 22 August 2013

Papa Alessandro III in incognito a Venezia...

Non lontano dal palazzo della bella cortigiana Bianca Cappello, sempre nella zona di Sant'Aponal, percorrete la Calle del Perdon sino ad arrivare al Sotoportego de la Madona, dove scoprirete un capitéo davvero interessante e ricco di storia. Dietro una grata, osservate un'immagine della Madonna col bambino e, in basso, una statuetta in plexiglas di un prelato sdraiato nell'atto di dormire. Si tratterebbe, secondo la tradizione, di una rappresentazione di Papa Alessandro III,  il quale in incognito a Venezia per sfuggire alle spie dell'imperatore Federico Barbarossa, si rifugiò qui durante le prima notte a Venezia. Sull'architrave del portico, vi è una grande tavola di legno con inciso: 'ALESSANDRO TERZO SOMMO PONTEFICE FVGIENDO L'ARMI DI FEDRICO INPERATORE VENENDO AVENETIA QVI RIPOSSO LA PRIMA NOTTE ET POI CONCESSE INDVGIENZA PERRPETVA IN QVESTO LOCCHO DICENDO VN PATER NOSTER ET VNA AVE MARIA TBI NON SIT GRAVE DICERE MATER AVE LANO MCLXXVII ET CON LA CARITA DI DEVOTI SILVMINA GIORNO E NOTE COME SI VEDE RISTAURATO DA DIVOTI L'ANNO MDCCCXXX'.
Come si legge sull'incisione, il Papa avrebbe concesso l'indulgenza perpetua a coloro i quali avessero recitato un Padre Nostro e un Ave Mariamin questo luogo. Le croci incise su marmo alle due estremità della calle starebbero a segnalare il percorso di penitenza. Sempre secondo la tradizione, dopo la prima notte Papa Alessandro avrebbe dimorato lavorando come sguattero nelle cucine del Convento di Santa Maria della Carità, ovvero le attuali Gallerie dell'Accademia, e la sua identità sarebbe stata svelata solo dopo ben sei mesi a Venezia da un frate francese... Lasciate le vesti di viandante, sarebbe stato condotto a Palazzo Ducale e quindi a San Silvestro, ospite nel palazzo del Patriarca di Grado. Grazie al Doge Sebastiano Ziani, il 24 luglio 1177, venne stipulata la pace di Venezia tra Alessandro III e Federico Barbarossa: l'imperatore riconobbe l'autorità del Papa e revocò quanto aveva fatto contro la Chiesa e il Papa, a sua volta, lo assolse dalla scomunica. Come conseguenza, Venezia ottenne privilegi commerciali, economici e politici concessi dall'Imperatore e privilegi spirituali e materiali concessi dal Papa. Tra quest'ultimi, vari doni tra i quali l'anello benedetto di cui parleremo più tardi a proposito di un'importante festa veneziana... 


Il Redentore

A metà dell'estate, precisamente il terzo sabato del mese di luglio, ha luogo una festa molto sentita dai veneziani: la festa del Redentore. Si tratta di uno spettacolo pirotecnico che comincia alle 23.30 e dura di solito circa mezz'ora, in cui fuochi d'artificio bellissimi vengono sparati da piattaforme posizionate tra la Giudecca, San Giorgio e la punta della Dogana. Il luogo ideale per vederli è la Giudecca. È qui che sabato sera mi sono trovata con i miei amici per celebrare mangiando attorno ad una grande tavola davanti al Canale, aspettando i fuochi d'artificio.  La festa nacque in origine per celebrare la liberazione dalla peste e la chiesa del Redentore venne costruita dal Palladio nel 1576 in ricordo di tale liberazione. Ogni anno, sin dal primo pomeriggio, quasi come in un rito, i veneziani cominciano a posizionarsi davanti alla laguna. Alcuni a piedi, si preparano portando tavoli e sedie, o nel caso dei giovani meno organizzati, persino asciugamani per sedersi per terra, altri in barca, tappezzano la laguna con imbarcazioni di vari tipi piene di amici, festoni e lanterne.
Pietanze tipiche veneziane, quali 'sardee in saor' e 'bigoi in salsa' sono indispensabili nella lunga attesa dei fuochi tra una 'ciacoa' e l'altra. Immancabile, come da tradizione, una fetta d'anguria completerà la cena. Infine, a chiudere lo spettacolo dopo la mezzanotte, sono tre botti distanziati e un lento rientro a casa sia per barche che per pedoni...




Wednesday 14 August 2013

La triste storia della bellissima cortigiana Bianca

Bianca nacque nel 1548 a Venezia nella zona di Sant'Aponal, precisamente a palazzo Cappello in una Calle  un tempo chiamata  al Ponte Storto, che oggi prende il suo nome. Rimase presto orfana di madre e la zia, sorella del doge Andrea Gritti, si prese cura di lei e della sua educazione. Suo padre Bartolomeo voleva mandarla in convento ma la bella Bianca s'innamorò di Pietro Bonaventuri, un giovane fiorentino che lavorava lì vicino come banchiere per la famiglia Salviati. Su consiglio di Alvise Zorzi (uno dei frequentatori della cortigiana), nel 1563 i due fuggirono da Venezia verso Firenze. Probabilmente, Bianca era a sua insaputa il mezzo per far sì che i Medici appoggiassero la Serenissima.
A Venezia si levò scalpore, lo zio di Bianca (Giovanni Grimani, il quale era patriarca di Aquileia) e il Consiglio dei Dieci erano determinati a trovare i fuggiaschi. Pietro fu condannato al bando capitale con promessa di grossa ricompensa per chi lo trovasse, vivo o morto e una sentenza d'esilio fu pronunciata contro Bianca. 
Una volta a Firenze, Bianca andò a vivere nella modesta casa dei suoceri, non certo quello che si aspettava della sua romantica fuga d'amore. Ma le avventure non erano certo finite per la seducente veneziana... La sua bellezza e grazia fecero innamorare di lei Francesco I de' Medici, successore designato di Cosimo. Bianca era bella ed istruita e condivideva la passione di Francesco per l'alchimia e passavano ore assieme a fare esperimenti....Al contrario, la sua sposa Giovanna d'Asburgo, arciduchessa d'Austria, non era bella ed era affetta da scoliosi... alle sue sfortune si aggiungeva il fatto che gli aveva dato sei figlie ma neppure un maschio... Nonostante i fatti sembrassero favorire la storia d'amore tra Bianca e Francesco I, la famiglia del futuro Granduca non vedeva di buon'occhio la relazione con la bella veneziana.
Nel frattempo Pietro non si disperava certo, e anzi, aveva già iniziato una relazione con la vedova Ricci. In circostanze misteriose, venne assassinato nel 1572 e Bianca rimase vedova. Due anni più tardi, dopo aver abdicato, il Granduca Cosimo de' Medici morì e pochi anni dopo morì anche la Granduchessa Giovanna (1578).
La sorte sembrava davvero eliminare tutti gli ostacoli e favorire la relazione amorosa tra Bianca e Francesco I. Solo un anno dopo la morte di Giovanna, i due si sposarono e la Serenissima nominò Bianca 'vera e particolare figliuola della Repubblica' e insignì di onorificenze i suoi parenti. Nel 1583 Bianca, la quale dopo la nascita della figlia che aveva avuto anni prima con Pietro era divenuta sterile, finse la nascita di un figlio maschio per la contentezza di Francesco I che lo riconobbe erede. Ma a differenza di quanto avviene nelle storie, Bianca e Francesco, non vissero felici e contenti... Infatti, morirono entrambi nel 1587. Secondo alcuni, i due sarebbero stati avvelenati da Ferdinando de' Medici, fratello minore di Francesco, il quale era contrario alla loro relazione, secondo altri invece, sarebbero stati colpiti da malaria.




Monday 8 July 2013

The Hunchback of Rialto x

Here we are, in what used to be the economical and commercial centre of Venice. Known to most as Venice Hunchback, the statue in front of the Church of San Giacometo used to be the column of the call. There were only two existing in Venice, this one and the one in Saint Mark. Here the Comandador used to read the laws and the public announcements of the Serenissima. The statue, the work of Pietro Graziuoli da Salò (1541), restored in 1836, represents a naked man kneeling who is lifting a little stair and a marble plaque that used to bear the porfido stone column that is now next to it. This was the arrival point for the criminals accused of stealing - they had to walk while being whipped, starting from the Piazzetta San Marco between the columns of Saint Mark and Saint Theodore, all the way to the Hunckback. They used to kiss him as a demonstration of repent.
Later on, the Serenissima 

Eccoci di nuovo in quello che un tempo era il centro economico e mercantile di Venezia.
Conosciuto ai più come il Gobbo di Rialto, la statua posta di fronte alla chiesa di San Giacometo era una volta la Colonna del Bando. A Venezia ne esistevano solo due, questa e quella di San Marco.
Qui il Comandador leggeva leggi e annunci pubblici della Repubblica. La statua, opera di Pietro Graziuoli Da Salò (1541), restaurata nel 1836, rappresenta un uomo nudo inginocchiato che sorregge una scaletta e una lastra di marmo che portava la colonna di porfido che vi è ora posta accanto.
Questo era il punto di arrivo dei rei per furto, i quali erano costretti a camminare nudi venendo fustigati, partendo dalla Piazzettta di San Marco tra le colonne di Marco e Teodoro fino a baciare il Gobbo in segno di pentimento.
In seguito, forse preoccupata che la statua divenisse simbolo della liberazione o forse che venisse rovinata dai baci dei rei, la Republica decise di sostituire il punto di arrivo del percorso di fustigazione dei rei con una colonna a pochi metri dal Gobbo nella quale venne posta una pietra con una croce e un leone di San Marco rappresentato in modo alquanto insolito. Nonostante sia ora molto rovinata, si può ancora vedere la sagoma del leone che stranamente è ricoperto da qualcosa di misterioso...Anche le zampe sono poste sopra il Vangelo in modo insolito...
Col tempo, il Gobbo divenne una sorta di Pasquino dove le persone in modo anonimo lasciavano commenti satirici e denunce morali.




Wednesday 17 April 2013

IL CANAL GRANDE - Introduzione

Eccomi qui, a cercare di descrivervi la strada che preferisco ......l'unica strada al mondo che non si può percorrere a piedi. Per goderla pienamente, bisogna cercare di appostarsi davanti all'attracco del vaporetto della linea 1 del Lido prima di tutti gli altri passeggeri e sperare che non ci siano molti turisti poiché sono gli unici che cercano di impadronirsi di uno dei sedili di prua. È solo un sedile di plastica della linea di navigazione pubblica, l' ACTV, ma per me pregiato, perché
permette a chi si siede, un'esperienza unica, che non ha prezzo. Con la mia descrizione, spero di far cosa gradita anche a "mia sorella adottiva", che ha la fortuna di percorrerlo ogni giorno.

Come avrete capito, vi parlerò del Canal Grande. È l'arteria principale di Venezia. Lungo quasi 4 km, largo dai 30 ai 70 metri e profondo in media 5 metri, tocca cinque dei sei sestieri di Venezia. Sul Canal Grande, seguendo la sua forma di serpente o di S rovesciata, si affacciano più di 170 palazzi. Un tempo era il punto dove confluiva il commercio della Serenissima, e fino al XIX secolo era attraversato solo dal ponte di Rialto (1592), successivamente dal ponte dell'Accademia (1854, ricostruito nel 1934 per sostituire il preesistente ponte metallico) e quello degli Scalzi (dell'Ottocento, ricostruito nel 1934) e, recentemente da quello della Costituzione progettato dall'architetto Santiago Calatrava (2008). Percorre Venezia dalla stazione di Santa Lucia fino al bacino di San Marco e offre alcuni dei più bei palazzi al mondo, le cui facciate sul Canal Grande, i nobili veneziani usavano per fare sfoggio della loro ricchezza.



Le due COLONNE DI MARCO E TODARO aprono la scenografia del salotto più bello del mondo. Da qui di possono ammirare la PIAZZETTA DI SAN MARCO e parte della Basilica di San Marco. Sulla colonna di sinistra vi è la figura di San Teodoro, il santo greco primo patrono di Venezia. Nella mano sinistra la spada e in quella destra lo scudo. Il fatto è significativo in quanto rappresenta Venezia più preoccupata a difendersi piuttosto che ad attaccare. Sulla colonna di destra vi è il leone alato, simbolo dell'evangelista Marco, patrono attuale della città. Il leone alato, simbolo della città, viene di solito raffigurato con il libro del Vangelo aperto, con l' iscrizione PAX TIBI EVANGELISTA MEUS, parole che avrebbe detto un angelo a San Marco per fargli capire che a Venezia avrebbe trovato la pace del riposo eterno. Il Santo infatti è sepolto nella basilica. Tra la due colonne avvenivano un tempo il gioco d'azzardo le esecuzioni dei criminali.
LA LIBRERIA MARCIANA è opera del Sansovino. Il soffitto della sala di lettura crollò nel 1545, dopo pochi anni dalla sua costruzione. Sansovino fu mandato in prigione e dovette pagare il danno e fu Vincenzo Scamozzi a finire la costruzione. Il primo nucleo della libreria fu costituito da una donazione di Giovanni Bessarione (1468) che fu arricchita nel corso dei secoli.
Anche LA ZECCA è opera del Sansovino (1545). Nel cortile interno di questo palazzo, interamente costruito in pietra per prevenire incendi viste le alte temperature, si coniavano le monete che venivano coniate originariamente a Rialto. Qui vennero coniate la " Lira Tron" e il Ducato poi chiamato "Zecchino".
A SINISTRA, LA PUNTA DELLA DOGANA costruita nel 1677 da Giuseppe Benoni, sopra di essa una palla d'oro con la figura della Fortuna in cima, sorretta da due Atlanti. Fin dal 1414 qui venivano pagati i dazi sulle merci che venivano portate a Venezia.

Adesso siete all'entrata della strada più bella del mondo, state seduti e godetevi questa "visione"...

Monday 1 April 2013

I CAPITELLI

I capitelli (in veneziano "capitei") sono strutture architettoniche di piccole dimensioni con funzioni religiose e nascono da un culto popolare. Le persone che abitano vicino ad un particolare capitello di solito portano fiori, accendono candele o, come nel caso di quello a cui fa riferimento mia nonna Antonia, alla fine della Via Garibaldi prima del ponte di San Pietro di Castello, aggiungono un drappo per abbellirlo. 











Un capitello vicino a San Lio



Un capitello vicino al museo Fortuny

RIALTO


Il nome proviene probabilmente da "Rivo Alto" in quanto il livello del terreno era qui più alto rispetto alle parti circostanti. Originariamente, l'area di Rialto era costituita da un gruppo di isole raggruppate attorno a un canale profondo, il rivus altus, che diverrà poi il Canal Grande. La sua posizione centrale e più elevata la rendeva una zona protetta da eventi naturali e da invasioni nemiche, per questo motivo s' insediariano qui i primi abitanti della laguna. Facilmente raggiungibile da nord e da sud, divenne il centro economico e commerciale di Venezia, basti pensare che qui sorgevano numerosi "fonteghi", ovvero edifici in cui i forestieri depositavano le loro merci e commerciavano. I primi mercati risalgono a prima del 1097, (anno in cui il mercato, che prima si trovava sulla riva est del Canale, venne spostato dove si trova tutt'ora). Nel 1181 le due rive vennero unite dal Quartarolo o Ponte della Moneta (il futuro ponte di Rialto). Dopo l'incendio del 1514 il mercato fu ricostruito dallo Scarpagnino.
A Rialto si potevano trovare merci di diversa provenienza e di generi diversi, come frutta, verdura, carne, pesce, vino, carbone, ferro ed olii ma anche gioielli e stoffe preziose. Quest'ultimi si trovavano al centro del mercato mentre le merci più deperibili o ingombranti si trovavano verso il Canale. A Rialto, tutti potevano commerciare a patto che l'intermediario tra il venditore e il cliente fosse un veneziano.
In questo centro commerciale e finanziario di rilievo sorsero banche di prestigio. Nel 1619 venne fondato il "Banco Giro" dove avvenivano le prime transazioni finanziarie, i depositi e trasferimenti di denaro senza aver la necessità di trasferire fisicamente il denaro. I banchieri, infatti, scrivevano crediti sui libri e esistevano "Banche del Giro" per trasferire crediti da un conto a un altro.

Nel bel campo tra le Fabbriche Vecchie e la Ruga degli Oresi, si trovano la chiesa di San Giacomo di Rialto (o San Giacometto) considerata dalla tradizione la più antica di Venezia (secondo la leggenda fu costruita il 25 marzo del 421, data della fondazione di Venezia) e il famoso Gobbo di Rialto, ma di questi parleremo più tardi...












Friday 22 March 2013

CANAL GRANDE PARTE 2

CA' CORNER "DELLA CA' GRANDA"(Prefettura)

CASETTA ROSSA


CA' BARBARO CURTIS

CA' GUSSONI CAVALLI FRANCHETTI

PONTE DELL'ACCADEMIA


CA' CORNER DELLA CA' GRANDA (Prefettura)

CASETTA ROSSA

CA' BARBARO CURTIS

CA' GUSSONI CAVALLI FRANCHETTI

PONTE DELL'ACCADEMIA

LE FOTO DEI PALAZZI SUL CANAL GRANDE (LATO DESTRO) parte 1

CA' GIUSTINIAN

PALAZZO CONTARINI FASAN

CA' FLANGINI FINI e a destra CA' MANOLESSO FERRO, oggi i due palazzi sono chiamati FERRO- FINI (Consiglio Regionale Veneto)

CA' PISANI GRITTI


CA' GIUSTINIAN 


PALAZZO CONTARINI FASAN

PALAZZO FERRO-FINI

CA' PISANI GRITTI

CANAL GRANDE FOTO parte 5

CA' DA MOSTO
CA' D'ORO

CHIESA DI SAN MARCUOLA


CA' DA MOSTO (Sotto l'impalcatura...!)

CA' D'ORO

CANAL GRANDE FOTO parte 4

CA' GRIMANI
CA' DANDOLO FARSETTI
CA' LOREDAN PISCOPIA
FONDAGO DEI TEDESCHI

CA' GRIMANI

CA' DANDOLO FARSETTI

CA' LOREDAN PISCOPIA 
FONDAGO DEI TEDESCHI

CANAL GRANDE FOTO parte 6

CA' LABIA
CHIESA DI SAN GEREMIA
CHIESA DEGLI SCALZI
STAZIONE DI SANTA LUCIA 


CA' LABIA

CHIESA DI SAN GEREMIA

CHIESA DEGLI SCALZI

STAZIONE DI SANTA LUCIA